Amleto…

Note di Regia su “Amleto Principe di Dannimarca” di William Shakespeare

Abbiamo cominciato a lavorare ad “Amleto” con i ragazzi del Barone Rampante nel 2020. Avevamo programmato un laboratorio a Febbraio. Venne il Covid, la quarantena e il nostro primo laboratorio si tenne “in remoto”. Nella follia del momento Shakespeare ci aiutò a restare radicati a qualcosa di bello. Da allora ci siamo rivisti altre volte, sempre facendo lo slalom tra chiusure e restrizioni. Nel frattempo i ragazzi crescevano, alcuni di loro sono entrati in accademie nazionali, altri nuovi sono arrivati a far parte della compagnia. E adesso siamo qui: con una compagnia “transgenerazionale” che vede in scena ragazze e ragazzi di vent’anni che si preparano al mestiere del teatro con altri di dodici che per la prima volta frequentano la scena. Noi condividiamo il palco con loro, e facciamo questo per assunzione di responsabilità. Recitiamo insieme a Shakespeare, giochiamo con lui e con il pubblico al meraviglioso gioco che è “Amleto”. Confidiamo che il grande Bardo ci perdonerà i tagli (molti) e le libertà che ci siamo presi: dopo tutto si sa, Amleto è un copione fantasma. Nella sua storia misteriosa e affascinante, in tanti ci hanno messo le mani. Ci impegnano a giocare seriamente al gioco del teatro, tra poesia, canti e danze. Invitiamo i ragazzi a prendere consapevolezza del corpo scenico, della voce e dello “spirito” del gioco teatrale affiancando al nostro lavoro il prezioso percorso di formazione di Claudia Monti. Da dodici anni lavoriamo con Marcella e i ragazzi del Barone Rampante. Abbiamo portato in scena tre spettacoli, tenuto innumerevoli laboratori. A patto di essere ben accetti, continueremo sempre. Non possiamo che esser profondamente grati a questa realtà che è stata ed è per noi una casa.Dedichiamo il nostro lavoro, il nostro percorso, le nostre lunghe giornate di lavoro alla memoria di Enrico Rembado, papà di Marcella, nonno del Barone Rampante e grande uomo di teatro che ebbe la luminosa intuizione non solo del Festival, ma vide in Marcella il talento di formare una compagnia di teatro ragazzi che da più di vent’anni fa di questa città una piccola isola felice di cultura, bellezza e gioco.

Eva e Carlo

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